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serie tv  ·  25. luglio 2025

Giffoni Film Festival: l'arrivo di Tim Burton

di Redazione

È bastata la sua comparsa sul blue carpet, divenuto per l’occasione “black carpet”, per far esplodere Giffoni in un boato. Tim Burton è arrivato accolto come una rockstar - accompagnato da una splendida Monica Bellucci in abito nero con strascico -. Centinaia di ragazzi lo attendevano da ore, sotto il sole torrido, tra maschere di Mercoledì Addams, cartelloni fatti a mano e sguardi carichi di emozione. E lui non ha deluso: si è concesso con generosità, ha firmato autografi, scattato selfie, ascoltato uno per uno i giovani fan. Quaranta minuti in mezzo al suo pubblico, tra sorrisi, dediche e piccoli regali da parte dei giurati.

Poi, l’incontro in sala è diventato un momento di autentica condivisione. Burton si è seduto tra i ragazzi come uno di loro, con semplicità e cuore aperto: “È così bello essere qui – ha esordito – quindi continuate a fare quello che fate. Io ero una volta come voi. Continuate a creare, è tutto ciò che posso dire”. Osannato dai ragazzi e nella clip di benvenuto ha detto con ironia  “Grazie, grazie, sembra di essere al mio funerale”, facendo scoppiare risate e ovazioni in sala. “E’ bellissimo e terrificante essere qui di fronte a voi”, ha aggiunto sorridendo, e poi “Questo è un festival speciale. Anche io ero come voi. Da ragazzino ero una sorta di filmaker, qui troverete l’energia giusta per realizzare i vostri progetti”.

Parlando di sé, ha detto ai ragazzi “Io dark? Provo a raccontare la vita che è fatta di allegria, tristezza, tragedia, emozione. I miei film sono così”. La matita su carta è l'inizio di tutto. Da qui è nato Nightmare before Christmas e lo stesso Edward Mani di Forbice. “Edward è stato il personaggio in cui mi sono rivisto da ragazzo. L'ispirazione viene dal disegno ma per chiunque di noi può venire da qualsiasi stimolo esterno”.

Sollecitato da una domanda sulla seconda stagione di "Mercoledì", attesissima su Netflix, ha dichiarato: “Nella seconda stagione spero che riuscirò a farvi vedere ancora di più questo personaggio, per svelarvi ancor di più”. Molti gli spunti sul valore dell’essere “diversi”, tema centrale nei suoi film: “La scuola di Nevermore è per gli outcast, e Mercoledì è un’esclusa fra gli esclusi. Io non ho mai amato la scuola e mi sono sentito spesso fuori posto, ma è proprio questo che ha creato la mia connessione con lei. I miei personaggi nascono dal desiderio di rappresentare chi si sente fuori dal sistema. E anche oggi, essere qui con voi, è per me fonte di ispirazione”.

In tanti gli hanno chiesto della collaborazione con Lady Gaga, attesa come cameo nella nuova stagione della serie: “Lavorare con lei è stato naturale. È una grande artista, visionaria, fuori dagli schemi, e il suo mondo si è incrociato perfettamente con il mio”.

Non sono mancate le riflessioni sull'inizio del suo percorso: “Non ho mai deciso di diventare un regista – ha ammesso – disegnavo, creavo, poi un paio di cortometraggi sono stati visti dalle persone giuste. È stato un viaggio strano. L’unica cosa che sapevo era che amavo disegnare. Continuate a seguire la vostra passione, è l’unico consiglio che posso darvi”.

Il film a cui è più legato, per questioni prettamente emotive, è "Vincent", il suo primo corto realizzato nel 1982 con la voce narrante di Vincent Price, uno dei suoi grandi miti. Ma è e resta un ricordo, perché Mr Burton sottolinea che non ama riguardare i suoi film. Quanto a uno dei suoi attori iconici, Johnny Depp, dice: “Era perfetto per il ruolo di Edward Mani di Forbice, nonostante all'epoca fosse un giovane idolo per teen, avevo capito che era il classico attore da film muto e che viveva di conflitti interiori. Insomma, un fiume in piena di emotività”.

Ai ragazzi che gli chiedevano come affrontare un mondo dominato dai social media ha risposto con sincerità: “Sono fortunato ad essere cresciuto in un tempo senza social. Non credo sarei sopravvissuto. Ma la cosa importante è continuare a fare, a creare, a credere in ciò che amate. Questo vi salverà”. Sul suo rapporto con i social media oggi, il regista ammette: “Se leggo i commenti su di me sui social, mi vorrei ammazzare. Sono orribili: per questo vi invito a non dare alcun peso a tutta questa dimensione virtuale”.

Tra i momenti più emozionanti, una giovane giurata ha preso il microfono per ringraziarlo: “I suoi film hanno trasformato le mie paure in magia". Burton ha sorriso, visibilmente toccato:

«Queste parole restano con me. Mi ispirate, oggi più che mai. Tornerò a casa con nuove idee grazie a voi”.

Un ragazzo ha chiesto come si diventa filmmaker. Burton ha risposto con sincerità disarmante: “Non ho mai pensato “voglio fare il regista”. Disegnavo, facevo cose che mi piacevano, poi un paio di corti sono stati visti, ed è iniziato tutto. È stato un viaggio strano, pieno di fortuna. Ma la chiave è la passione. Se amate qualcosa, fatela”.

Un altro momento toccante è arrivato quando una giurata ha preso il microfono: “I tuoi film mi hanno aiutata a trasformare le mie paure in magia». Burton ha sorriso, emozionato: “È bellissimo quello che mi hai detto. Io prendo ispirazione da tutto quello che mi accade. E oggi, essere qui con voi, con tutta questa emozione, mi ispira profondamente. So che me ne andrò da Giffoni con nuove idee, nuove immagini nella testa. Vi porto con me”.

Poi, il momento solenne. Sul palco è salito il direttore Claudio Gubitosi, che ha consegnato a Burton il prestigioso Premio Truffaut: “Grazie per aver dato voce a chi si sente fuori posto, per aver mostrato al mondo che l’unicità è bellezza”, ha detto.




 

 

 

 

 

 

 

 



crediti foto: ufficio stampa MNcomm

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