di Redazione
Lunedì 31 luglio, in prime-time su Italia1, la riproposizione de “Le Iene presentano: Inside” è Chi c’è dietro gli “scoop” di cronaca
nera in tv?, interamente dedicato ai grandi casi di cronaca nera trattati da "Le Iene" - dal caso Vannini al caso David Rossi, passando per il caso di Mario Biondo, quello di Tiziana Cantone, e
quello di Gianmarco Pozzi detto Gimmy - alla luce delle presunte scoperte che, su questi casi, sostiene di aver fatto il gruppo figura Emme Team guidato dal fantomatico leader John
Peschiera.
L’inchiesta di Roberta Rei e Francesco Priano si occupa di questa società che, negli ultimi anni, ha goduto di una grandissima notorietà su tutti i principali
media italiani grazie alle verità che sostiene di aver scoperto su vicende apparentemente irrisolvibili e molto discusse. "Le Iene" hanno cominciato a occuparsi di Emme Team guardando da vicino
il loro metodo miracoloso, raccogliendo prove e testimonianze che però, man mano, sembravano raccontare tutt’altra verità, ovvero che dietro al team si nascondevano misteri ben più grandi di
quelli che la società prometteva di risolvere.
Primo fra tutti, la vera identità del suo fondatore, noto come John Peschiera, che dice di essere di origini americane ma in realtà, si scoprirà nel corso dell’inchiesta, non è affatto così. Ma
chi è davvero quest’uomo e perché utilizza pseudonimi al posto del suo vero nome? Nella sua vita ha cambiato più volte identità: si è presentato come un organizzatore di concerti, come regista di
kolossal, come sceneggiatore di Hollywood, ma anche confidente dell’FBI, agente segreto o, più modestamente, come uno dei più grandi commercianti di vini di Las Vegas. Un uomo che in America è
anche finito in carcere, arrestato per aver sottratto illecitamente oltre un milione di euro ai suoi soci e, sempre negli Usa, gli è stato diagnosticato un disturbo delirante con manie di
persecuzione e megalomania. Più di recente ha assunto l’ennesima nuova identità: investigatore John Peschiera.
Con questo nome ha fondato l’Emme Team con sede negli Stati Uniti a Chicago, Los Angeles e nel Michigan, e di cui in Italia farebbero parte ben 13 prestigiosi studi legali. Con la sua società,
formata anche da un pool di avvocati, investigatori ed esperti informatici, ha sempre sostenuto di utilizzare un metodo (inizialmente Metodo Emme ribattezzato poi Metodo Cantone in onore di
Tiziana, la ragazza campana che si è tolta la vita nel settembre del 2016 in seguito alla diffusione in rete di alcuni suoi video privati) valido contro il revenge porn, contro la pirateria, per
bloccare la distribuzione illecita di materiale online, e in grado di risolvere casi di cronaca nera complicati.
Nell’inchiesta in onda domani le immagini delle tante testimonianze di persone che hanno avuto a che fare con lui: la famiglia di Marco Vannini, Antonella Tognazzi e Carolina Orlandi, famigliari
di David Rossi e Martina Pozzi, sorella di Gianmarco, famiglie ancora in cerca di una verità plausibile che, una volta contattati dal team, sarebbero in realtà state raggirate, come sarà mostrato
nel corso della puntata.
crediti foto: ufficio stampa Mediaset