di Laura Frigerio
Sissi, la leggendaria sovrana dell'Impero Austro-Ungarico, è uno dei personaggi storici femminili più amati. Icona romantica, ma anche esempio di forza ed emancipazione, è stata
più volte rappresentata dal cinema e dalla tv (chi non ricorda, per esempio, i film degli anni'50 in cui veniva interpretata da Romy Schneider?).
Una delle serie a lei dedicate di maggior successo è indubbiamente "Sissi", che ora torna con la sua seconda stagione. L'appuntamento è su
Canale 5, in prima serata,
dal 28 dicembre.
La serie, girata on field tra Baviera e Baltico (avvalendosi di grandi budget), ne racconta la storia in chiave moderna mettendo al centro l'amore matto e disperatissimo tra Sissi e Franz
interpretati dall'attrice svizzero-americana Dominique Devenport e il tedesco Jannik Schümann, che si sono mostrati perfetti per interpretare la coppia reale
asburgica.
Nei nuovi episodi vedremo la donna più bella d'Europa (cupa e irrequieta, vittima di nevrosi, ossessioni e pensieri depressivi, tanto da sfiorare l’anoressia senza mai riuscire ad accettarsi fino
in fondo) combattere i crudeli dettami di corte e per i suoi ideali. L'Imperatrice Elisabetta sceglie l’amore e coltiva con energia le proprie passioni e inclinazioni, e vive con dolore le
perfidie della corte di Vienna. E Franz, a sua volta, dietro la facciata di rigoroso sovrano dell'Impero Austro-Ungarico cela un turbinio di emozioni e sentimenti.
Sempre più di rilievo, inoltre, in questa stagione, la figura impersonata da Giovanni Funiati, quella del Conte Gyula Andrássy. Storicamente condannato a morte dal Kaiser Franz, poi salvato da
Sissi, Andrássy diventerà il Primo Ministro ungherese. Nato a Gottinga nel 1991, cresciuto tra Italia, Francia e Germania, Funiati si è formato all’Accademia Statale di Musica e Arte Drammatica
di Stoccarda, poi si è dedicato al teatro, al cinema e alla TV.
Nata Duchessa, in Baviera, Elisabetta è stata uccisa a Ginevra, il 10 settembre 1898, a 60 anni, dall’anarchico Luigi Lucheni. L’uomo, al commissario che lo interrogava, dichiarò di averlo fatto
«Perché sono anarchico... perché sono povero... perché amo gli operai e voglio la morte dei ricchi».
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